ROMA – Si trova a Bene Vagienna in provincia di Cuneo l’unica fattoria didattica d’Italia che anziché verdura produce cultura.
È sorta nel 2000 grazie a Danilo Ghirardi, antropologo con due grandi passioni, l’archeologia didattica e la liuteria (riabbracciata da poco) e ad un gruppo di archeologi. Dall’iniziale centro di archeodidattica presso la Cascina i Frati, oggi il Progetto Archea si estende su tre siti: Vicus Bagienni, Augusta Bagiennorum e Bric Baennarum. I laboratori approfondiscono ogni epoca. “Vogliamo offrire – spiega Tomaso Abrate, proprietario della Cascina I Frati – a famiglie e studenti di ogni età e scuola la possibilità di rivivere le attività degli uomini che hanno vissuto in quest’area in periodi diversi. Un’esperienza che va oltre la visita dei luoghi, la visione dei reperti e dei pannelli esplicativi. Grazie alla lungimiranza di Ghirardi prima ero “contadino della terra” mentre oggi sono “contadino della storia””.
Nel Vicus Bagienni si “vive” la Preistoria, con le prime abitazioni, le capanne mobili del Paleolitico, quelle fisse del Neolitico, la grande abitazione dei Bagienni. Nel villaggio minuziosamente il visitatore sperimenta nei laboratori scavo, pittura parietale con ocra e pece, macinazione dei cereali, accensione del fuoco e tessitura con tecniche preistoriche. La vita quotidiana ed artistica dell’Antica Roma rivive nell’Augusta Bagiennorum presso la Cascina Ellena mentre nella cascina “I Frati” sono ricostruiti ambienti e attività di una villa romana del periodo imperiale. Qui si sperimentano le attività agricole dell’Antica Roma, macinazione dei cereali, torchiatura dell’uva, decantazione dell’argilla, cucina e cosmesi romana. Nel Bric Baennarum la giornata del visitatore passa tra laboratori di tintura, araldica, tiro con l’arco. Tutte le attività manuali si svolgono in ambienti e con materiali, attrezzi e prodotti assai simili a quelli originali: in cucina si segue il ricettario di Apicio e si cucinano i prodotti dell’hortus; si scrive – a seconda dell’epoca scelta – con la penna d’oca o la tavoletta incerata; il fuoco si accende sfregando due legnetti o con l’acciarino.
Paola Scarsi
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