FERRARA – L’esposizione dal titolo Lettere da Pompei. Archeologia della scrittura è costituira da una serie di piccoli tesori nascosti, prelevati dagli scavi di Pompei ed Ercolano, che per questioni di spazio e scelte museali non hanno trovato spazio nelle sale di esposizione del Museo di Napoli.
Il progetto di allestimento della mostra si configura come il primo atto concreto che certifica il Protocollo d’intesa siglato lo scorso luglio tra il Comune di Comacchio e il MANN. Il protocollo prevede un impegno alla reciproca promozione dei musei cittadini, allo scambio di reperti per la realizzazione di eventi espositivi, alla condivisione di esperienze e pratiche virtuose in ambito scientifico e nella gestione di strutture museali. L’accordo inaugura dunque un nuovo modello di collaborazione tra grandi musei e piccole realtà espositive; un modello virtuoso di disseminazione sul territorio nazionale di beni culturali, che vede Comacchio, con i suoi oltre 4 milioni di presenze turistiche ogni anno, nella veste di apripista.
Il percorso della mostra, curata da Lorenzo Zamboni e Carla Buoite, è suddiviso in quattro sale, nelle quali sono state ricreate le atmosfere degli ambienti pompeiani, e nelle quali hanno trovato perfetta collocazione i reperti di Pompei ed Ercolano, tra i quali spiccano strumenti per la scrittura come tavolette di cera, un sigillo e un calamaio, un piccolo busto in bronzo e soprattutto diversi frammenti di affreschi. Oggetti legati alla storia della comunicazione: la diffusione dell’arte scrittoria, l’esibizione della cultura, l’aspetto evocativo di segni e immagini, il potere della parola nella propaganda politica e religiosa.
Il racconto dell’evoluzione storica dei modi della comunicazione ha lo scopo di dirigere il visitatore fino alle esperienze contemporanee dei simboli iconici e della street art. All’interno del discorso ha trovato spazio anche un riferimento legato alla storia culturale di Comacchio: nell’ultima sala infatti è stato esposto un dipinto che ritrae il martirio di San Cassiano, il patrono di Comacchio, insegnante presso una schola scriptoria e caduto sotto colpi di stilo per mano dei propri allievi.
La mostra di Palazzo Bellini rappresenta per Comacchio la prima tappa di un più ampio progetto di valorizzazione archeologica del territorio, che troverà la sua massima espressione nella primavera del 2017 con l’apertura del Museo del Delta Antico presso il palazzo settecentesco restaurato già sede dell’Ospedale degli Infermi.
Vademecum
Lettere da Pompei. Archeologia della scrittura
Dal 17 Dicembre 2016 al 02 Maggio 2017
Comacchio, Ferrara – Palazzo Bellini
Ingresso gratuito
comacchio.iat@comune.comacchio.fe.it
www.comune.comacchio.fe.it
Orari: Tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Chiuso 25 dicembre 2016, 1 gennaio 2017