ROMA – Fino al 15 ottobre 2017, il Museo di Roma Palazzo Braschi ospita la mostra “Piranesi. La fabbrica dell’utopia”, a cura di Luigi Ficacci e Simonetta Tozzi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con l’organizzazione dell’Associazione MetaMorfosi e Zètema Progetto Cultura.
Oltre 200 opere grafiche, ripartite tra la Fondazione Giorgio Cini di Venezia e le collezioni del Museo di Roma di Palazzo Braschi, offrono un racconto ricco ed accattivante della variegata attività di Giovan Battista Piranesi (1720-1778), il grande incisore e architetto veneziano votato alla riscoperta dell’archeologia che, attraverso la sua grande capacità immaginativa e creativa, riuscì a fondere la conoscenza di un passato glorioso alle esigenze del presente, annunciando l’inizio della contemporaneità. A tal proposito Pietro Folena, presidente dell’Associazione MetaMorfosi, ha sottolineato: “In questa mostra si esplora e si rappresenta proprio questo aspetto dell’attitudine e dell’opera di Piranesi. Non solo – attraverso il disegno e l’incisione – Piranesi è un grandissimo vedutista che documenta lo stato dell’Urbe e la relazione tra l’antico e l’allora moderno. Ma è, prima di tutto, un architetto inteso nel senso contemporaneo, capace di inventare, intravedere, immaginare. Le notissime Carceri d’Invenzione qui esposte – ha detto ancora Folena – e anche elaborate dal team del PERCRO-TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in modo emozionante, rappresentano un viaggio nello spazio e nel tempo. Sembrano annunciare la rivoluzione industriale, suggerendo spazi, volumi, dimensioni, nei quali – pur in assenza della rappresentazione dell’umano – si sente l’universo sofferente della concentrazione, della segregazione, dell’assenza di luce e di libertà”.
Il percorso della mostra si dipana tra le opere più celebri di Piranesi, dalle grandi Vedute di Roma ai fantasiosi Capricci eseguiti ancora sotto l’influsso di Tiepolo, alla serie delle Carceri, fino alle varie raccolte di antichità romane. Un itinerario esaustivo arricchito anche dalla esposizione delle ‘ri-creazioni’ tridimensionali di alcune invenzioni piranesiane realizzate dall’Atelier Factum Arte di Madrid, diretto da Adam Lowe, tramite modellazione in 3D e procedimento stereolitografico, in occasione della mostra organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini nel 2010 Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer. Accanto a questi materiali di grande interesse sono esposti alcuni marmi, oggi conservati nelle collezioni della Sovrintendenza Capitolina, derivati dalla celebre Forma Urbis severiana, la prima pianta di Roma fatta scolpire su pietra da Settimio Severo, che Piranesi tentò di ricostruire nella sua originaria composizione.
Al fine di arricchire ulteriormente il repertorio visivo di grande godibilità e fruibilità per il pubblico, è stata inoltre allestita la sala “immersiva” delle celebri prigioni piranesiane, creata dal Laboratorio di Robotica Percettiva, dell’Istituto TECIP – Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nella quale è possibile rivivere tutto il fascino delle visioni fantastiche e irreali, divenute un vero e proprio caposaldo del nostro immaginario collettivo.
A proposito dell’esposizione ha spiegato il curatore Luigi Ficacci: “Qui vogliamo tentare di descrivere Piranesi secondo la lettera della definizione che frequentemente volle dare a se stesso nelle indicazioni di responsabilità di molte opere, tra cui quelle destinate al massimo successo, le Vedute di Roma: “architetto veneziano”. Doppia identificazione che, nella sua concezione di architettura, pare integrarsi in una sintesi del tutto nuova. Benché la dichiarazione di provenienza sia una convenzione tipologica comune alle firme […] è comunque lo specifico carattere di unità universalistica che Piranesi intende imprimere alla definizione di architetto, che avvalora di specifica singolarità il riferimento alla sua origine veneta. Immettere la scienza pratica veneziana nella scena contraddittoria della Roma moderna, disarticolata tra magnificenza del passato e arretratezza del presente, portava alla volontà di rinnovare l’Urbe e concepire, tramite questa aspirazione, la resurrezione di un mondo nuovo”.
La mostra è corredata da un catalogo edito da De Luca Editori d’Arte.
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Vademecum
Piranesi. La fabbrica dell’utopia
Museo di Roma Palazzo Braschi
Piazza Navona, 2; Piazza San Pantaleo, 10
Apertura al pubblico
16 giugno -15 ottobre 2017
Dal martedì alla domenica dalle ore 10 – 19
(la biglietteria chiude alle 18) chiuso il lunedì
Biglietto “solo mostra”: intero € 9; ridotto € 7; Speciale Scuola € 4 ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni 10 alunni); Speciale Famiglia: € 22 (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni)
Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per non residenti a Roma): intero € 15; ridotto: € 11
Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per residenti a Roma):
intero € 14; ridotto € 10
Info
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.museodiroma.it; www.museiincomune.it