PADOVA – L’Oratorio di San Giorgio è un edificio voluto nel 1377 dal marchese Raimondino dei Lupi di Soragna come cappella sepolcrale della famiglia, situato in piazza del Santo a Padova.
La Veneranda Arca di S. Antonio, dopo aver restaurato gli affreschi di Altichiero da Zevio, inseriti dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità, ha dato ora il via alla realizzazione di un modello digitale dell’Oratorio.
Per questo progetto verranno utilizzate metodologie di Geomapping 3D ad alta precisione dell’azienda Geolander.it, main sponsor dell’iniziativa. Il gemello digitale o digital twin rappresenterà l’edificio storico in ogni suo elemento, dando la possibilità di fruire nel tempo dei dati raccolti in modo da mantenere immutata la sua identità originaria anche durante futuri ed eventuali lavori di restauro.
«La realizzazione del gemello digitale – spiega Emanuele Tessari, Presidente Capo La Veneranda Arca di S. Antonio – rientra pienamente in quelli che sono gli obbiettivi statutari della Veneranda Arca fin dalla sua istituzione nel 1396, ossia la tutela e la valorizzazione il patrimonio architettonico, storico e culturale del complesso antoniano. La realizzazione del modello digitale dell’oratorio di San Giorgio non solo fornirà un prezioso strumento di conservazione e studio dell’edificio, mettendo a disposizione di esperti, studiosi e ricercatori i dati georeferenziati del bene, ma sarà anche un importante strumento per la sua promozione e valorizzazione, consentendo ai visitatori virtuali di entrare al suo interno e goderne della sua magnifica bellezza. Non possiamo dunque che ringraziare Geolander.it, azienda d’eccellenza nel settore, per aver voluto non solo partecipare, ma anche diventare main sponsor di questa iniziativa».
Le fasi per la realizzazione del progetto
Il lavoro messo in atto prevede una prima fase di rilievo, che vedrà l’utilizzo delle moderne tecnologie della fotogrammetria digitale ad alta definizione e della rilevazione laser scanner, dalle quali saranno ricavate le cosiddette nuvole di punti. A partire dall’elaborazione e fusione dei dati raccolti verrà poi ricostruito digitalmente l’edificio, arrivando alla realizzazione del modello digitale gemello nella sua interezza.
Il progetto rientra nelle azioni promosse nell’ambito del comitato di pilotaggio che presiede, sotto l’egida del Comune e la partecipazione degli enti proprietari, la gestione dei siti affrescati del Trecento, ora inseriti nella World Heritage List, e va pienamente nel senso delle raccomandazioni dell’organismo internazionale, per una conservazione e una valorizzazione attenta dei beni ora riconosciuti patrimonio dell’umanità, come è appunto l’oratorio di San Giorgio.
L’Oratorio di San Giorgio e la decorazione pittorica di Altichiero da Zevio
Affacciato sul Sagrato della Basilica, l’Oratorio costituisce una “cappella degli Scrovegni all’altra estremità del Trecento” e documenta, in modo assolutamente eccellente, l’impatto della pittura di Giotto a Padova e nel secolo dei Carraresi, considerato che committente dell’opera, i cui lavori di edificazione iniziarono nel 1377, fu un personaggio come Raimondino Lupi di Soragna che fu guerriero e diplomatico al servizio della Signoria padovana.
La decorazione pittorica, affidata ad Altichiero da Zevio, che la portò a termine nel 1384, ha un punto di riferimento ineludibile nell’impresa giottesca della cappella Scrovegni e come questa culmina in un cielo stellato su cui campeggiano clipei raffiguranti personaggi sacri. In controfacciata sono dipinti episodi della vita di Cristo che fronteggiano, nella parete di fondo, la Crocifissione e l’Incoronazione della Vergine. Sulle pareti lunghe si svolgono episodi della storia di san Giorgio, di santa Caterina d’Alessandria, e di santa Lucia. Nella parete sinistra, inoltre, ampio spazio è dato alla scena votiva in cui Rinaldino Lupi e la consorte Matilde, genitori del committente, seguiti da altri esponenti della famiglia in vesti militari, si inginocchiano alla Vergine, introdotti da san Giorgio e al cospetto di numerosi santi. Al centro dell’oratorio si ergeva la complessa struttura architettonico-scultorea dell’arca funebre del fondatore, di cui si conserva ancora il sepolcro lapideo. Riportati alla luce nel 1837, gli affreschi sono stati oggetti di un importante restauro tra 1995 e 1997.
I preziosi affreschi oggi hanno ripreso vita grazie all’installazione di un sistema di illuminazione innovativo, promosso dalla Veneranda Arca di S. Antonio con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e di iGuzzini illuminazione Spa, azienda leader nel settore dell’illuminazione architetturale.
Veneranda Arca di S. Antonio
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