ROMA - A curare questa accurata selezione è il critico d’arte Cesare Biasini Selvaggi che ha scelto di ripercorrere l’immaginario collettivo infantile proprio tramite delle figure fanciullesche intente a esibirsi in giochi di destrezza e degli animali fantastici tra civette, gatti, maialini, lumache, rinoceronti, mucche, pinguini, conigli, modellati in sculture a tutto tondo, di marmo, bronzo, resina o di terracotta, monumentali oppure di piccolo formato, che troneggiano nel delizioso spazio di art déco di villa Torlonia.
L’arte come strumento in grado di evocare e riconoscere mondi interiori, dominati dall’immaginazione è senz’altro lo strumento di cui si serve Wal, emiliano classe 1949, tra gli esponenti di punta dei “Nuovi-nuovi insieme” (tra gli altri Ontani, Salvo e Mainolfi), la cui leggerezza ludica del tratto, quasi degna di Palazzeschi, e il recupero del colore, dell’immagine e della manualità intendevano reagire al clima estremamente razionale stabilitosi negli anni Settanta intorno alle poetiche del cosiddetto “concettuale”.
La magia scaturita dalla visione, in interni ed esterni, di figure fiabesche e reali ma surrogate di una indiscussa e personalissima fantasia, ci fanno pensare ai fratelli Grimm e a Lews Carrol, ma anche ad esponenti artistici colti,come Goya e Gagneraux per arrivare ad Elémire Zolla nel ritorno ad un primordiale stupore per l’intero universo. Dal gigantesco gatto albino all’ingresso del giardino, padre dei ricorrenti felini molti amati da Wal, ai corpi astrali ed eterei dei putti-monelli simil divinità, l’immaginazione è il motivo conduttore di un’esposizione alquanto originale che ben integra il gioco mentale ad una manualità fabbrile, contaminando numerosi modelli classici di riferimento con libero sfogo, creatività straripante e una infinita dose di ironia.
Si torna bambini attraverso la ricerca artistica di Wal, e con questa bella iniziativa, accompagnata da un catalogo edito da Exibart Edizioni, si ritrova la propria capacità di sognare, dimenticandoci per un momento del peso odierno cui ci costringe una impersonale e soffocante virtualità tecnologica.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è organizzata da Maniero Associazione culturale e realizzata da Exibartlab.