MONZA – Fino al 2 ottobre 2022 Monza è simbolicamente la “capitale europea della luce” grazie al Kernel Festival (kernelfestival.net), l’evento che prevede installazioni luminose e videomapping, realizzati dai migliori light artist internazionali, sui più importanti gioielli del capoluogo brianzolo.
La città di Teodolinda viene illuminata con opere digitali immersive, gratuite e a cielo aperto: dall’audiovisual 3D mapping show della Reggia di Monza passando per le installazioni degli studenti del liceo artistico Nanni Valentini, per poi inoltrarsi nel suggestivo Bosco Magico tra i Boschetti Reali e continuare il percorso nel centro storico, guidati da Sound Safari, fino a raggiungere Kids Cube, l’installazione partecipata realizzata da più di mille bambini delle scuole materne e primarie di Monza e Seregno.
L’elevata qualità artistica del più importante new media light art festival italiano è garantita dalla presenza, nella cittadina brianzola, delle opere luminose realizzate da importanti artisti nazionali (Onda e Delumen) e internazionali (Onionlab e Maxin10sity), provenienti da Spagna e Ungheria.
“La luce è universale, fondamentale tanto per un bambino quanto per un anziano e ogni giorno determina lo stato d’animo di ciascuno di noi. Quando poi essa con la sua intensità, la sua cromia e la sua dinamica viene progettata per trasformare uno spazio o un momento, crea emozione e questo, in un modo o nell’altro, affascina e muove tutti – afferma Marcello Arosio, art director del Kernel Festival – Ne è prova il pubblico che visita ogni anno il Kernel Festival: ragazzi giovanissimi, persone anziane, coppie con bambini e famiglie intere. Tutti provano un’emozione e sviluppano un senso critico nell’ammirare quella che mi piace chiamare «architettura liquida», ossia un’interpretazione artistica degli edifici con opere di video mapping che attraverso le immagini proiettate su di essi ne trasformano la percezione fisica donandogli un senso diverso, coinvolgente e da condividere. Per questo negli interventi di AreaOdeon e Onda integriamo sempre anche il suono e il tempo, curando la sinestesia tra luce, ombra, buio e suono, giocando con le dinamiche di movimento e intensità degli elementi che mettiamo in gioco, a volte coinvolgendo le persone nel definirlo in maniera interattiva, muovendosi nello stesso spazio che accoglie l’opera”.