LECCE – È stato presentato a Lecce, alla presenza del sottosegretario ai Beni culturali e al turismo Antimo Cesaro, del sindaco Paolo Perrone, del prefetto di Lecce Claudio Palomba, dell’arcivescovo Umberto D’Ambrosio, del presidente della Provincia Antonio Maria Gabellone e della soprintendente Maria Piccarreta, lo stato di avanzamento dei lavori di restauro e riqualificazione di tre importanti gioielli dell’architettura leccese. Si tratta delle Castello Carlo V, dell’ex Ospedale Spirito Santo e della Basilica di Santa Croce. Obiettivo di questa riqualificazione è appunto riportare all’antico splendore e alla piena fruizione del pubblico tre simboli della capitale salentina, e come spiegato dal sottosegretario Cesaro, rilanciare il ruolo della città come grande attrattore turistico, proponendosi anche come destinazione destagionalizzata.
Nel corso dei lavori presso l’ex Ospedale, oggi sede della soprintendenza Belle Arti e Paesaggio peraltro, nei sotterranei è stato rinvenuto un misterioso ossario. Ciò che ha destato stupore è stata propio la quantità di resti umani presenti nel vano. Al momento i reperti sono in fase di studio presso il centro di Datazione e diagnostica dell’Università del Salento, che dovra’ stabilire a quale epoca risalgono, così come una serie di ricerche iconografiche, bibliografiche e archivistiche, permetteranno di comprenderne la genesi. Al momento l’ipotesi più accreditata è che l’ossario possa essere il risultato di una probabile pestilenza, che tra il 1400 e il 1600, colpì la città. A proposito di questa scoperta Cesaro ha commentato: ”L’incredibile scoperta nei sotterranei dello Spirito Santo apre nuove possibilità per un circuito di visita della città insolito ed affascinante tra religione, arte e mistero. Si tratta di vero turismo emozionale”.
Il sottosegretario ha inoltre assicurato una particolare attenzione del Ministero al Mezzogiorno e al suo rilancio turistico e culturale. “La nostra preoccupazione – ha spiegato Cesaro – è che al recupero segua la valorizzazione. D’altronde anche i fondi Pon cultura e sviluppo, riservano significative risorse, parliamo di 114 milioni di euro, esclusivamente alla valorizzazione anche attraverso una proficua collaborazione pubblico-privato. Vogliamo investire i nostri giovani di entusiasmo e di responsabilità, creando start-up innovative o anche rivolgendoci al terzo settore, perché attraverso la valorizzazione sappiamo che c’è un volano di sviluppo per il territorio con significative ricadute occupazionali”. ha concluso Casaro.