BOLOGNA – Una mostra dedicata all’universo poetico, artistico, estetico di Pier Paolo Pasolini, a 40 anni dalla sua tragica morte. Documenti, disegni, dipinti, costumi e fotografie in esposizione al Mambo di Bologna, fino al 28 marzo 2016. Officina Paolini è il titolo di questa mostra curata da Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi e Gian Luca Farinelli, che non si pone solo come una mera esposizione, ma anche come una indagine complessa ed esaustiva, che va a scandagliare ed esaminare l’eterogeneo mondo pasoliniano. L’itinerario è stato suddiviso in 9 aree tematiche: Gli anni di formazione gli studi con Roberto Longhi; I Miti; le icone; critica della modernità; laboratorio petrolio; gironi delle visioni; girone della borghesia; girone della televisione; Pasolini dopo Pasolini.
“Officina” è la parola che il critico d’arte Longhi aveva usato nel suo famoso saggio del 1934 sulla pittura ferrarese. “Officina” è anche il nome alla rivista che negli anni Cinquanta Pasolini, Roversi e Leonetti fondarono a Bologna. Da qui il titolo non casuale della mostra. Come non casuale è il fatto che questa esposizione si tenga al Mambo di Bologna, città che ebbe una grande importanza sul piano creativo e formativo per Pasolini. Il 31 maggio 1975, nella Galleria d’arte moderna appena aperta, Pasolini fu tra l’altro, protagonista di una performance ideata da Fabio Mauri, che fece proiettare alcune sequenze di Il vangelo secondo Matteo sul corpo del regista. Il percorso espositivo va quindi dalla formazione bolognese alle ultime opere di Pasolini, cercando di ripercorrere anche il suo metodo creativo e le tappe fondamentali della sua vita artistica. Non si può quindi prescindere dall’amore per il suo Friuli, o dalla scoperta di Roma e delle sue borgate, raccogliendo anche quei motivi poetici che ritornano frequentemente nella produzione pasoliniana: la figura della madre, la tragedia greca, le visioni di altri mondi, di popoli arcaici, la presenza del sacro, le borgate, il mondo borghese, il potere neo-capitalistico. L’itinerario è stato suddiviso in 9 aree tematiche: Gli anni di formazione gli studi con Roberto Longhi; I Miti; le icone; critica della modernità; laboratorio petrolio; gironi delle visioni; girone della borghesia; girone della televisione; Pasolini dopo Pasolini.
La mostra arriva fino alla morte di Pasolini, raccontata attraverso i telegiornali del 2 novembre 1975. L’esposizione corona il progetto “Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna”, promosso dal Comune per i quaranta anni della morte di Pasolini.