TEHERAN – Tre mesi per ammirare a Teheran le opere della collezione di Farah Diba, la moglie dello Scià di Persia, considerate per lungo tempo blasfeme dal regime degli ayatollah e tenute per 36 anni nei seminterrati del Museo di Arte Moderna della Capitale iraniana. Ora quelle opere sono tornate alla luce ed esposte al pubblico nello stesso Museo. Si tratta della collezione forse più ricca al mondo di arte moderna e contemporanea.
La collezione fu messa insieme negli anni ’70, raccolta da esperti che compravano sui mercati per conto di Farah Diba, appassionata d’arte. Nel ’79 quando la moglie dello Scià fuggi in esilio assieme al marito, non riuscì però a portare con se la ricca collezione di quadri.
Ora sono a disposizione del pubblico iraniano ma potrebbero arrivare anche in Occidente. La mostra ospita 42 capolavori tra cui Mural on Indian Red Ground, completato da Pollock nel 1950 e considerato uno dei suoi lavori migliori; Suicide di Warhol, un acrilico del 1963 di un uomo che cerca la morte gettandosi da un edificio (un’opera simile, Death and Disaster, nel 2013 è stato venduto a New York per 105 milioni di dollari); un olio su tela di Mark Rothko Sienna Orange and Black on Dark Brown e Man on Reclining Chair del britannico Francis Bacon.
La mostra è stata inaugurata il 20 novembre alla presenza del ministro della cultura, Ali Jannati. Il ministro ha ricordato che proprio con l’accordo nucleare tra Teheran e le grandi potenze, l’Iran si è aperto a una collaborazione con l’estero non solo negli affari, ma anche nell’arte: «Questo è il primo passo e speriamo di avere una cooperazione più intensa per mostrare gli straordinari artisti iraniani ma anche far vedere le opere della nostra collezione di arte straniera.
La mostra è stata curata congiuntamente dall’iraniano, Faryar Javaherian, e dal critico d’arte italiano, Germano Celant, che ha dichiarato il suo stupore per la ricchezza della collezione. «Conoscevo molte di queste opere solo in riproduzione e oggi sono dal vivo. Penso sia molto importante dare il via a questo tipo di collaborazione con l’Iran», ha detto Celant, ricordando che nei sotterranei del museo di Teheran c’è un “tesoro” di circa 300 opere. Decine sono i lavori di Warhol, tra cui la serie sul leader cinese Mao Tse-tung.
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in collaborazione con gli enti locali |