ROMA – Inaugura a Fabriano Da Giotto a Gentile, la grande rassegna a cura di Vittorio Sgarbi, dedicata alla pittura e alla scultura che, fra Due e Trecento, si sviluppa nella cittadina marchigiana, «vero cuore dell’arte moderna, dove gli artisti hanno lasciato opere straordinarie», afferma il critico. Dal 26 luglio al 30 novembre 2014, la rassegna racconta la storia, ancora poco nota, della Scuola Fabrianese, una corrente artistica autonoma, legata a Giotto e ai pittori riminesi.
«Da una mostra importante come questa – continua Sgarbi – dal titolo tanto ambizioso, quanto preciso, ci si aspetta una parola definitiva su una questione cruciale che, da Giotto, oltre a una Scuola Umbra e a una Scuola Riminese, entrambe conclamate e definite, esca una altrettanto significativa Scuola Marchigiana, e in particolare fabrianese, del XIV secolo, dai confini ben definiti. Dopo questo grande evento finalmente nei libri della storia dell’arte troverà spazio anche la scuola di Fabriano. Oltre a Giotto, che io stesso ho fortemente voluto, il ricco percorso comprende anche nomi come Francescuccio Ghissi e Allegretto Nuzi, tanto per citarne alcuni. Fra gli artisti più conosciuti, inoltre, ne spiccano altri meno conosciuti ma che in questa mostra, finalmente, vengono meritatamente riscoperti per il loro grande valore. Mi riferisco al Maestro di Campodonico. Il peso dei “suoi” corpi si avvicina moltissimo a quello di Giotto e Gentile».
Un viaggio itinerante e indietro nel tempo, alla scoperta del medioevo più prezioso e raffinato, presenterà al pubblico oltre 100 opere, fra dipinti, pale d’altare, tavole, affreschi staccati, e ancora sculture, oreficerie rare, miniature, manoscritti e codici. Il percorso coinvolge più sedi: la Pinacoteca civica Bruno Molajoli, e le due splendide chiese di Sant’Agostino e San Domenico, e nella cattedrale San Venanzio (con un’appendice a Esanatoglia). «Da Fabriano – spiega lo storico Stefano Papetti – sul finire del XIII secolo, ha avuto inizio quel processo di trasformazione economica, sociale e religiosa che ha dato origine alla civiltà dell’Occidente cristiano: l’incontro fra il pauperismo francescano e l’operosità benedettina, testimoniato da eremi e monasteri urbani diffusi in tutto il territorio, la capacità manifatturiera legata alla produzione della carta, che da Fabriano si diffonde in tutta l’Europa rinnovando i processi di divulgazione delle istanze culturali, e la rivoluzione figurativa che, grazie all’attività di Giotto, dal cantiere assisiate si propaga rapidamente anche nel fabrianese, danno origine ad una congiuntura di eventi che fanno del territorio preso in esame dalla mostra l’epicentro di un rinnovamento epocale. La pittura e la scultura testimoniano a livello altissimo la centralità del fabrianese nel processo di trasformazione del linguaggio figurativo verso nuove forme ormai completamente svincolate dalla tradizione orientale: personalità eccelse, come quella dell’anonimo Maestro di Campodonico, sono in grado di dialogare da pari a pari con i pittori fiorentini e senesi del Trecento».
L’evento, costato 1,2 milioni di euro, «accende i riflettori su uno smisurato patrimonio artistico in gran parte sommerso e inscindibile da un contesto paesaggistico e ambientale di straordinaria bellezza, con importanti ricadute su tutto il territorio», commenta Giammarco Spacca, Presidente Regione Marche. «Parliamo – continua – non solo di una prestigiosa iniziativa culturale, ma di un grande evento, sia per la città di Fabriano, che per tutto l’entroterra marchigiano coinvolto. Un evento ancor più significativo in funzione di una strategia volta a recuperare la dimensione culturale che dal Medioevo ci porta al Rinascimento italiano – di cui le Marche sono state una culla – tema che tanta attenzione riscuote a livello internazionale».
Il comitato scientifico. L’esposizione si avvale di un Comitato Scientifico che annovera illustri studiosi, fra cui Mina Gregori, Antonio Paolucci, Maria Rosaria Valazzi, Angelo Tartuferi, Alessandro Marchi, Elvio Lunghi, Giampiero Donnini, Fabio De Chirico oltre a Vittorio Sgarbi che lo presiede.
La mostra. Da Giotto a Gentile è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, con il sostegno della Fondazione Veneto Banca e del Comune di Fabriano, in collaborazione con la Regione Marche, la Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche di Urbino, la Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria e la Diocesi di Fabriano-Matelica. La mostra si avvale dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
fg
Vademecum.
• Fabriano, Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli”,
• Chiesa di Sant’Agostino, Cappelle Giottesche,
• Chiesa di San Domenico, Cappella di Sant’Orsola e Sala Capitolare,
• Cattedrale di San Venanzio, Cappelle di San Lorenzo e della Santa Croce
• 25 luglio – 30 novembre 2014
• Orario. Tutti i giorni, 10 – 21; sabato e domenica, 10 – 23; lunedì mattina chiuso
• Biglietto. Euro 9
• Info. Tel. 0732/042195
![]() |
| ||
| ||
|
in collaborazione con gli enti locali |