FIRENZE - Dopo l’installazione “Clearing VI”, del 2010 alla Strozzina e la mostra “Human” al Forte Belvedere nel 2015, l’artista Antony Gormley torna a Firenze con una maxi installazione, la più grande mai accolta agli Uffizi, dal titolo “Passage”: un tunnel di acciaio nero, lungo 12 metri, che ricalca la figura umana, permette al visitatore di sperimentare momenti di pura inquietudine e puro smarrimento.
L’inedita installazione è parte dei lavori che compongono l’esposizione “Essere”, il cui nucleo principale, composto da 12 opere, è ospitato nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi. Altri due lavori sono invece collocati all’interno del percorso espositivo della Galleria, al secondo piano, mentre un’altra, “Event Horizon” è stata installata sulla terrazza degli Uffizi.
In stretta relazione con “Passage” è l’opera “Room” (1980) – una serie di abiti dell’artista tagliati in un nastro continuo largo 8 millimetri che definisce un recinto quadrato di 6 metri per 6, non accessibile al pubblico. Si tratta dunque di un dialogo per contrasto fra queste due opere, della contrapposizione tra stasi e movimento, fra spazio immaginativo e reale.
La rassegna propone diverse opere realizzate per l’occasione, tra cui “Veer II” (2018), un’evocazione tridimensionale in ghisa di un teso sistema nervoso al centro del corpo, a grandezza naturale, e “Breathe” (2018), un’opera espansiva di grandi dimensioni ricoperta di piombo che applica i principi cosmici del Big Bang alla singolarità di un corpo soggettivo.
Si è inoltre voluto cercare un dialogo con la collezione storica degli Uffizi attraverso una sala dedicata al confronto tra l'"Ermafrodito dormiente", copia romana di età imperiale da un originale ellenistico del II secolo a.C. poggiante su un basamento, e il blocco "Settlement" (2005) che abbraccia invece il pavimento.
“Abbiamo messo a punto la mostra in collaborazione con l’artista - spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt - modellandola sia sulla sua carriera personale sia sullo spazio del museo, tenendo conto dei capisaldi della storia dell’arte che ha l’onore di ospitare. Il cuore della mostra sarà nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi, mentre altre tre opere saranno distribuite in vari punti della Galleria. L’uomo è al centro dell’esperienza, ma Gormley rifiuta ogni mimesi, ogni scontato riferimento casuale alla Natura. Le sue creazioni in ghisa, acciaio, tessuto, cemento e argilla - sottolinea Schmidt - interagiscono in modo coinvolgente con lo spettatore, diventando oggetti-soggetti che attirano l’attenzione, offrendo stimoli inaspettati per azione e reazione riflesse e affrontando il digitale con il rendere fisico il pixel”.