CHIASSO - Si intitola MARCELLO DUDOVICH (1878-1962). fotografia fra arte e passione la mostra dedicata al grande cartellonista triestino, a cura di Roberto Curci e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo, realizzata nell’ambito della Biennale dell’immagine di Chiasso Bi11.
300 le opere in esposizione tra cui 200 fotografie inedite vintage, 32 manifesti originali, 25 schizzi e bozzetti, oltre a riviste dell’epoca, lettere, cartoline e documenti, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, come il Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, la Civica Raccolta delle stampe “Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco di Milano, il Gabinetto dei disegni di Castello Sforzesco di Milano, il Civico Archivio fotografico di Milano, il Civico Museo Revoltella – Galleria d’Arte moderna di Trieste, la Galleria Campari di Sesto San Giovanni.
Aspetto interessante di questa rassegna è la possibilità di individuare il legame tra la fotografia e la realizzazione del bozzetto a matita o a tempera, fino al manifesto finito. Gli spunti per alcuni lavori grafici, infatti, provengono spesso proprio da scatti realizzati dallo stesso Dudovich. In particolare anche nelle realizzazioni per La Rinascente degli anni venti e trenta si possono scorgere elementi tratti da fotografie. L’artista triestino sembra ricorrere a temi o stilemi prettamente fotografici. Compaiono dunque a più riprese nei suoi lavori i leitmotiv della donna appoggiata a un tronco d’albero, della donna con in mano una bottiglia o un bicchiere e, soprattutto, della donna con le braccia levate.
La mostra testimonia quanto l’utilizzo del mezzo fotografico gli sia stato prezioso anche per i suoi lavori nell’editoria, come quelli eseguiti per il “Simplicissimus” di Monaco, o per le principali riviste culturali italiane del primo Novecento, come “La Lettura” (supplemento, dal 1901, del “Corriere della Sera”), “Ars et Labor” (rivista edita da Ricordi a partire dal 1906 come prosieguo della precedente “Musica e Musicisti”), “Il Secolo XX” (editore Emilio Treves, dal 1902), “La Donna” (Mondadori, dal 1905).
Un focus particolare è dedicato poi al legame con Leopoldo Metlicovitz e le Officine Grafiche Ricordi in rapporto alla comune passione per la fotografia. Le venti fotografie di Metlicovitz - conservate al Civico Archivio Fotografico di Milano ed esposte per la prima volta al pubblico – consentono un confronto con quelle di Dudovich, che si caratterizzano per uno stile più immediato e disinvolto.
L’esposizione, visitabile fino al 16 febbraio 2020, è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) Albert Skira (Milano-Ginevra) con testi dei curatori e di Giovanna Mori (conservatore della Civica Raccolta di Stampe “Achille Bertarelli”, Milano), Elena Mosconi (docente di storia del cinema muto, Università di Pavia), Daniela Pacchiana (ricercatrice di storia della fotografia).