ROMA - Sono le immagini di maestri della fotografia come Max T. Vargas, Martín Chambi, Carlos y Miguel Vargas, Juan Manuel Figueroa Aznar, Sebastián Rodríguez, Baldomero Alejoso Walter O. Runcie, solo per citarne alcuni, a raccontare e sintetizzare la storia e le trasformazioni del Perù, considerato una delle culle di civiltà del mondo.
Il paese sudamericano ha subito nel corso degli anni una serie di mutazioni sociali e culturali anche a seguito della progressiva accoglienza di popolazioni provenienti dall’Europa, dall’Africa e dall’Oriente. Questo scenario post-coloniale, in cui si sono intrecciate storie di conquista e migrazione con gli elementi sociali, culturali e geografici preesistenti, ha rappresentato una fonte inesauribile di ispirazione per numerose espressioni artistiche, tra cui la fotografia.
La mostra “Memoria del Perù. Fotografie 1890 – 1950”, a cura di Jorge Villacorta – Andrés Garay – Carlo Trivelli,ospitata dal 5 aprile al Museo di Roma in Trastevere, offre dunque l’opportunità di gettare uno sguardo sulla sfaccettata realtà del paese sudamericano, rendendola più comprensibile.
I fotografi presenti in mostra, ognuno con la propria cifra stilistica, hanno contribuito alla costruzione di una identità nazionale raffigurando, oltre alle meraviglie naturali del territorio, i grandi monumenti del passato precolombiano e le tradizioni ancestrali, compresi i conflitti sociali di una società in trasformazione, l’espansione dell’economia capitalista e le aspirazioni alla modernità di un intero popolo.
La mostra è itinerante ed è già stata esposta in diverse città del mondo tra cui Hong Kong, Beijing, Shanghai, Seúl, Ottawa, Bangkok, Montreal, Madrid, Kuwait, Cairo, Ankara, Marrakech, Lyon, e, prossimamente, approderà a Parigi.