ROMA - “Caravaggio – L’Anima e il Sangue”, il film diretto da Jesus Garces Lambert, è un viaggio attraverso la vita e le opere di uno degli artisti più controversi e amati al mondo: Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio.
Realizzato dai creatori di ‘Firenze e gli Uffizi’ e ‘Raffaello, il Principe delle Arti’, il film, una delle prime produzioni italiane girate in 8K, è un excursus narrativo e visivo attraverso i luoghi in cui l’artista ha vissuto e quelli che ancora oggi custodiscono alcune tra le sue opere più note: Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta.
La consulenza scientifica è stata affidata al prof. Claudio Strinati, storico dell’arte esperto del Caravaggio, che nel film racconta la figura dell’artista in stretta correlazione con le sue opere. Presentando il film Strinati paragona addirittura Caravaggio a Batman."Ci sono molti punti di contatto. Entrambi hanno perso tragicamente i genitori: il pittore per la peste e il supereroe per omicidio. Un giovane che subisce quest'ingiustizia entra per forza in un percorso di vita ossessionato dal male e dal buio".
Arricchiscono ulteriormente la pellicola gli interventi della prof.ssa Mina Gregori, Presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, che fornisce alcune letture personali delle opere dell’artista e della dott.ssa Rossella Vodret, anche curatrice della mostra “Dentro Caravaggio,” a Palazzo Reale a Milano, che illustra i risultati dei più recenti studi sulla tecnica pittorica dell’artista.
Sono circa 40 le opere trattate nella pellicola, tra cui Canestra di frutta, Ragazzo morso da un ramarro, Bacchino Malato, la Vocazione di San Matteo, Giuditta e Oloferne, Scudo con la Testa di Medusa,Davide con la testa di Golia, Sette Opere di Misericordia, Decollazione di San Giovanni Battista che, grazie all’impiego di evolute elaborazioni grafiche e di lavorazione della luce, prendono vita e corpo, calando lo spettatore all'interno dei dipinti, senza far ma perdere di vista la trama e la pittura originali.
Il film nasce da una approfondita ricerca documentale negli archivi che custodiscono le testimonianze della vita e delle opere di Caravaggio. Le ricerche e le indagini hanno avuto inizio all'Archivio Storico Diocesano di Milano, che oggi conserva l'atto di battesimo datato 29 settembre 1571 che ricolloca i natali del maestro nella città meneghina anziché a Caravaggio, come a lungo ritenuto. Si spostano poi all’Archivio di Stato di Roma.
Querele e verbali dei processi a suo carico restituiscono il ritratto di un personaggio tenebroso e sanguigno, spavaldo e incline alle baruffe. Non mancano i contratti delle commesse, come quella per la Cappella Contarelli e la Cappella Cerasi, e i libri contabili del Pio Monte della Misericordia di Napoli.
Tra le fonti documentali, anche i verbali del Processo Baglione del 1603, che raccontano di alleanze e invidie tra artisti, ma soprattutto testimoniano la dichiarazione di Caravaggio, contenente la sua teoria sulla pittura e il ruolo del pittore: un pittore valent’uomo, è colui che “sappia dipingere bene e imitare bene le cose naturali”; le accuse di Prospero Orsi, datate 12 luglio 1597, permettono di sapere che il Merisi era l’unico autorizzato a girare armato di spadone avendo la licenza di portarla in quanto servitore del cardinal Del Monte; la querela di un garzone di un'osteria del 24 aprile 1604 testimonia il gesto di Caravaggio, reo di avergli tirato un piatto di carciofi addosso; e ancora l'inventario del sequestro degli oggetti nella sua casa, risalente al 26 agosto 1603, restituisce la precisa descrizione degli “oggetti di scena” delle sue composizioni e uno spaccato privatissimo della vita del pittore.
La voce interiore del Caravaggio è affidata a Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours e giudice di X Factor, artista multiforme ed eclettico, che è riuscito a tradurre in maniera coinvolgente gli stati d’animo di Caravaggio, riproducendo anche le sfumature del suo carattere.
Particolarità di questo lungometraggio è anche la scelta di far interpretare i protagonisti, non da attori, ma da personaggi reali, gente comune, così come comuni e ‘del popolo’ erano i modelli usati dal Caravaggio.
Il docufilm presenta anche un’esclusiva. Grazie alla preziosa collaborazione con Vatican Media (già Centro Televisivo Vaticano), l’Arciconfraternita Vaticana di Sant’Anna dei Parafrenieri e la Fabbrica di San Pietro, e attraverso evolute tecniche digitali, il film effettua il riposizionamento virtuale dell’opera rifiutata “La Madonna dei Parafrenieri” nella sede a cui era originariamente destinata, ovvero l’attuale Altare di San Michele Arcangelo nella Basilica di San Pietro, proprio di fianco al Baldacchino del Bernini.
L'opera fu commissionata a Caravaggio il 31 ottobre del 1605 dalla Confraternita dei Parafrenieri di Sant’Anna. Quando Caravaggio consegnò l’opera, l’8 aprile del 1606, il verdetto fu inappellabile: 'Rifiutata’. L’opera rimase così nella sua collocazione originaria solo pochi giorni, per poi essere rimossa rapidamente. Ben presto si sparse la voce che fosse stato Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V, a determinare il rifiuto dell’opera in modo da poterla acquistare a buon prezzo e arricchire così la sua collezione di dipinti del Caravaggio, oggi ammirabile nella Galleria Borghese.
Il film è prodotto da Sky e Magnitudo Film e distribuito da Nexo Digital.