ROMA - Ha dodici anni Aelita Andre, ma ha già girato il mondo grazie al suo talento, da New York a Hong Kong, da San Pietroburgo a Miami e Melbourne. La giovane artista australiana, pittrice, scultrice ed "espressionista magica", ribattezzata come il nuovo Pollock, arriva a Roma, al Museo delle Civiltà, il prossimo 20 giugno, nell’ambito del Lunga Vita Festival.
Aelita incontrerà il pubblico e presenterà la sua opera realizzata in occasione del progetto “O’Manifest” del Napoli Teatro Festival.
Aelita ha iniziato a dipingere a soli nove mesi ed esposto le sue opere dall’età di due anni. Ama definire il suo stile "Magical Abstraction", ovvero una fusione tra astrattismo e un’immaginazione che riesce a far risaltare ogni sorta di oggetti, animali mitici e creature fantastiche, sistema solare, galassie e pianeti in un personalissimo modo di concepire l’arte moderna.
Il suono è l’altro elemento vitale che Aelita fa vibrare nei suoi Touch-paintings, attraverso il tatto, e nei suoi Sound-paintings, violini dipinti da soli o montati sulle sue opere, arrivando ad una composizione musicale casuale.
Nelle sue opere colori e suoni evocano un viaggio misterioso in mondi onirici e inesplorati.
La piccola artista racconta: «Per me l'intero universo è una sinfonia cosmica con tutto ciò che comprende, le galassie, i pianeti, le stelle. È come se l’Universo fosse una gigantesca sala da concerto e ogni galassia, pianeta stella e atomo fosse un musicista che canta in un’armonia cosmica. L’Universo sembra silenzioso e siamo sordi di fronte alla sinfonia cosmica. Il mio desiderio è proprio quello di dare visione e sonorità a ciò che non riusciamo a percepire».